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Dopo un anno un pò di sassolini dalle scarpe ce li dobbiamo togliere e questo post speriamo serva perlomeno a farci passare un pò del malcontento che nutriamo nei confronti di questa giunta comunale e del modo in cui ha trattato la biblioteca comunale in questo ultimo anno.

Appena costituiti a Dicembre come Giovani Democratici, a seguito della raccolta di 200 firme, presentammo in Consiglio Comunale la proposta di aumentare il servizio Wireless nella biblioteca e di dare una doverosa riparata ai computer preistorici presenti. L’idea era semplice e diretta e prevedeva 2 punti : 1) Riparare/Sostituire quelle preistoriche scatole chiamate pc ; 2) Piazzare una wireless, un routerino wireless che permettesse a chi veniva col portatile di collegarsi gratuitamente. Costo dell’operazione? Fatevi 2 conti e una risata. Uno direbbe… avranno messo una Wireless normale? La maggior parte di noi pensava che la proposta non venisse approvata ma così non fu. La proposta del PD venne accettata ma la geniale Giunta ci mise il naso, ci mise del proprio.

Le brillanti menti del gruppo di maggioranza ebbere il merito di implementare il numero dei pc  (da 1 a 2) ma la discutibile idea di sostituire la Wireless col routerino con 5 chiavette USB-INTERNET da far girare ai fruitori della biblio, pennette che hanno una potenza di connessione bassissima e che costano in termini economici un fottio di soldi per l’attivazione e gli abbonamenti.

Un router Wireless? Era troppo semplice…troppo economico…Forse la speranza era arguta e acuta però… vale a dire far passare la voglia di collegarsi alla gente date : 1) la lentezza del servizio 2) la complessità di utilizzo

Così è stato e ad oggi:

1) Nessuno lo sa

2) Chi lo sa non le usa perchè sono lente o scomode da istallare

3) Se le usi utilizzi un servizio lento e costoso per il comune

Ad oggi la biblioteca, definita anche con l’accezione di “Internet Point”, ha subito una riduzione degli orari giornaliera con l’ulteriore soppressione del venerdì pomeriggio di studio. Ci auguriamo davvero che tali tagli non siano dovuti alle implementazioni di servizio che hanno comunque rappresentato una spesa esigua per un Comune.

Colpire una biblioteca è un gesto avvilente e triste, è un’azione non necessaria che però lascia un messaggio: la cultura non è importante.

La biblioteca di Montesilvano è l’emblema di una città che c’è ancora, che studia, si forma e ci crede, è un centro di aggregazione per ragazzi che hanno scelto lo studio e che magari, anzi sicuramente, lavorano anche per sostenere le spese.

Molti di loro ci hanno chiesto una mano, un gesto, un’azione concreta e considerato che non abbiamo potere politico come Giovani Democratici abbiamo fatto il massimo che si poteva fare per la nostra Giovanile: aprire la sede ai ragazziogni sabato dalle 9:00 alle 12:30 e trasformarla in una SALA STUDIO.

A noi rimane la soddisfazione di veder gente venire in sede a studiare ma per farla arrivare e disporre del servizio la notizia si deve conoscere.

Qualcuno ci pubblica online, qualche cuor di leone ci stacca i volantini dalla biblioteca e in giro.

Voi che sapete fate girare e venite a trovarci, perchè tagliare i fondi allo studio è un gesto irresponsabile… che smettessero di comprare zerbini da 800 Euro,  che mettessero meno vigore nel cercare adeguamenti normativi volti all’aumento dei loro stipendi… magari si darebbe un buon esempio di equilibrio e linearità di intenti.

Diffondi la notizia, il sabato si studia in Via martiri d’Ungheria, dietro il comune.

Compagni e compagne amici e amiche il senato ha recentemente approvato la cosiddetta legge bavaglio che in un colpo solo lega le mani a due pilastri delle democrazie moderne. La magistratura e la stampa libera(o quel che ne rimane). Due istituzioni fondamentali, due contropoteri(ricordatevi questa parola) insostituibili. La maggioranza come al solito vuole che il popolo sia stupido e come tale concentra l’ attenzione sul dito e non sulla luna, ritenendo la legge attuale come strumento indispensabile a tutela della privacy. E invece l’ ennesimo scudo che la classe politica pone a difesa dei suoi loschi interessi, degli affari illeciti con imprenditori compiacenti distruggendo uccidendo tre principi fondamentali: la Giustizia prima l’ uguaglianza e la libertà. La Giustizia viene depotenziata limitando l’ uso delle intercettazioni a soli 75 giorni del lavoro di indagine addirittura predisponendole solo se sussistono per l’ imputato gravi indizi di reato e di colpevolezza. L’ uguaglianza viene anch’ essa uccisa creando cittadini di serie a “al di sotto di ogni sospetto” e cittadini di serie b; trasformando il popolo come una massa di servi che devono sottostare agli abusi e alle prevaricazioni della classe politica. è chiaro che anche la libertà è compromessa dato che per i giornali è praticamente vietato pubblicare qualsiasi notizia sulle inchieste in corso pena fino a tre anni di reclusione per il giornalista che viola tale norma. Così del caso Scajola e delle recenti dichiarazioni dell’ ex ministro lunardi non avremmo saputo praticamente nulla, calpestando un altro importante diritto ossia il diritto dei cittadini ad essere informati.
La legge è attualmente alla camera e pare che per il 7 luglio verrà approvata, con Mister B che ancora una volta si irrita con Fini che aveva dato la prorità alla discussione della legge sulla finanziaria.
Dovrebbe essere chiaro a tutti che questo è l’ 8 settembre al contrario della democrazia italiana. La data che diede l’ inizio della lotta per la democrazia è arrivata ad un punto di non ritorno.Siamo ad un passo dal baratro, dopo il 7 luglio non ci saranno più rinvii seconde occasioni di belle speranze, si scivolerà inesorabilmente verso il baratro della dittatura, non a caso il premier ha detto che il primo ministro deve avere più poteri. Quello è l’ ultimo passo allora potremmo dire addio alla costituzione repubblicana così come l’ abbiamo conosciuta.
Solo con una presa di posizione forte e contraria all’ attuale disegno di legge riusciremo a salvare la democrazia, è necessario l’ apporto di tutti intellettuali giuristi uomini e donne di destra di centro e di sinistra che di basta a questa legge vergogna che pone fine al regime democratico.
Facciamo si che il 9 luglio a Roma la gente sia presente per riprendersi il ruolo di cittadini consapevoli e non di servi relegati ai margini della vita pubblica. Facciamo si che il 9 luglio sia un nuovo 8 settembre, come quello del 43 quando gli italiani hanno cercato il riscatto dopo ventia anni di dittatura fascista.
E soprattutto cerchiamo di pensare ad un’ Italia più unita che non venga governata più da un anziano di 74 anni che è li solo per i suoi interesssi, cerchiamo di pensare ad un futuro migliore diverso dall’ attuale presente.
          

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Gli stratagemmi cinesi riescono a sintetizzare interi concetti, anche complessi, in poche parole. Uno di questi recita: “Attraversare il mare per ingannare il cielo”. Spiegazione? Ciò che è familiare non desta attenzione, perché stanca e crea assuefazione. Il miglior nascondiglio per ordire un piano segreto è il pieno giorno, anziché la penombra. E’ possibile nascondere qualcosa a forza di mostrarlo. Ora guardiamoci intorno: se provassimo a descrivere questi giorni con fredda lucidità non troveremmo frasi migliori. Avvolti in una crisi economica globale senza precedenti che nessuno più osa negare, trovano l’antidoto staccando la spina ad un paio di cuffie. Quella che il mondo giornalistico ha semplicisticamente bollato come “legge bavaglio” ha monopolizzato per mesi, e a ragione, lo sdegno ed il lutto dei media di ogni sponda, a parte i valorosi Fede e Minzolini. Ma per quanto ancora? Una legge imposta a colpi di fiducia che ha solo come ultimo intento quello di negare ai cittadini, di destra e di sinistra, il diritto di essere informati. Perché è concepita anzitutto per mutilare la magistratura colpevole di gettare la rete, di razzolare nel buio a casaccio in cerca di indizi di reati per guadagnarsi notorietà crocifiggendo i soliti benefattori. Eh si, le libere intercettazioni telefoniche sono una spina nel fianco. Quindi, caro PM, hai settantacinque giorni per captare “gravi indizi di reato” (autentiche confessioni, in pratica). Come, sono fatti tuoi. Al massimo ti concediamo qualche proroga, ogni settantadue ore, previa autorizzazione del tribunale collegiale. Manco si trattasse di omicidio colposo. Se non ci stai, fioccheranno sanzioni. E’ la stessa logica perversa che sta alla base del “processo breve”, altro abile inganno linguistico che tanto piace anche a certa sinistra. E tutto questo in nome di che cosa? Del solito jolly che viene puntualmente giocato, quello della privacy, che ogni aberrazione legittima. Senza voler sminuire l’innegabile sacralità del diritto alla riservatezza, baluardo di ogni società civile, questo disegno di legge presto legge non difende la privacy del cittadino, ma quella del potere. Inchieste trasversali come quella su Calciopoli, su Fazio e i “furbetti del quartierino”, il caso Marrazzo, sui grandi appalti che coinvolgono la Protezione Civile, o sugli ignari beneficiari di lussuosi appartamenti non sarebbero mai venute a galla, o forse solo dopo anni. Silenzio assordante. Apocalittici scenari da Grande Fratello sono del tutto infondati, dato che il legislatore ha previsto tutte le garanzie del caso, in modo che la bilancia sia in equilibrio: da una parte il diritto alla libertà e alla segretezza della comunicazione, e dall’altra il diritto alla sicurezza e all’ordine pubblico. Per mantenere l’equilibrio, bisogna “solo” dare attuazione alle garanzie ampiamente previste dalla “vecchia” efficientissima Costituzione che ogni giorno non perdono occasione di calpestare. Lo sa chi ha avuto il piacere di leggerla da ragazzo e chi, come Fini, l’ha scoperta solo l’altroieri. Non è togliendo il petrolio in superficie che si tappa la falla, non è multando o sbattendo al fresco un giornalista che si impedisce l’abuso delle intercettazioni da parte dei giornali (anche di destra, vedi bufala Telekom Serbia) attraverso la loro facile pubblicazione. Lasciamo che la gente si faccia un’opinione, magari anche sbagliata, e diamo finalmente alla macchina della Giustizia i mezzi per essere più celere così da smentire presto anche i forcaioli più inferociti. E’ così esagerato affermare che questa ennesima “porcata” richiama il Ventennio? Dio ce ne scampi.

Se un pregio dovessimo proprio riconoscere all’attuale amministrazione cittadina, è la coerenza: come gran parte dell’arredo urbano, anche i servizi si frantumano. Per fronteggiare le inaccettabili riduzioni dell’orario di apertura della biblioteca comunale di Montesilvano, i Giovani Democratici si fanno carico dell’irresponsabilità dei governanti e sono lieti di accogliere gli studenti nella loro sede di via Martiri d’Ungheria 16, ogni sabato mattina dalle 9:00 alle 12:30
Perché studiare è un diritto.

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