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PANTILLA-SAN-PRECARIO

I Giovani Democratici di Montesilvano commentano l’approvazione da parte della Commissione Statuto del regolamento per la concessione ed erogazione di contributi avvenuta su proposta dell’Assessore al Bilancio  Emidio Di Felice.
“E’ sicuramente positivo che l’Amministrazione si preoccupi delle conseguenze della crisi economia sui cittadini smentendo però ciò che viene detto ogni giorno dal Premier del loro stesso colore. La crisi c’è e non si combatte certo sminuendola o negando la sua esistenza” dicono in una nota i Giovani Democratici di Montesilvano.
“L’Amministrazione Comunale della nostra città può e deve fare la propria parte per aiutare coloro che sono in difficoltà. Oltre agli aiuti simbolici che ha già previsto l’amministrazione, noi siamo sicuri che nelle casse del Comune si possano trovare i fondi per aiutare nello specifico una fascia sociale che sta patendo più di altri questo momento economico negativo poiché versava già in una condizione difficile prima della crisi ovvero i giovani che da anni sono afflitti da pene, come la precarietà, ignorate dalla politica. Ma sul territorio di Montesilvano vivono anche centinaia di giovani coppie che hanno contratto un mutuo poter comprare casa ed ora, magari, sono state colpite dalla cassaintegrazione se lavoratori dipendenti o dalla contrazione dei consumi se piccoli imprenditori. Proponiamo che queste vengano almeno esentate dal pagamento della Tassa sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani per il prossimo anno. Si apra la raccolta delle domande corredate da modulo ISEE e si parta da coloro che presenteranno indicatori più bassi.” I Giovani Democratici poi concludono:”La politica non può continuare ad
ignorare il grido d’aiuto che viene dai giovani che stanno pagando il prezzo più alto in termini di serenità e possibilità di progettare il proprio futuro.”

questionario

Questi sono gli ultimi giorni utili per compilare il questionario sulla qualità della vita a Montesilvano che noi Giovani Democratici abbiamo elaborato e sottoposto sotto forma cartacea e digitale ai concittadini. Invitiamo chi non l’avesse già fatto a compilarlo inviandoci suggerimenti e idee. Nelle prossime settimane elaboreremo tutte le risposte (che già sono tante) e produrremo una relazione pubblica. Affrettatevi!

Sabato 19 Settembre si terrà a Roma una manifestazione per la libertà di informazione indetta dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana. Il video sopra riportato rappresenta una parte della situazione del nostro Paese. Il video descrive come sia difficile fare informazione a L’Aquila, la capitale italiana del dolore e della propaganda berlusconiana. Proprio in mezzo tra lo show personale del Premier di martedì sera da Vespa e la manifestazione di sabato, offriamo il nostro contributo affinchè i nostri concittadini capiscano che la realtà non è quella che vuol far percepire l’informazione di governo.

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Stavolta lasciamo stare ogni discussione sulla loro opportunità. Ignoriamo anche le “bande” di splendidi anziani che al tramonto trovi là, puntuali sotto al semaforo dismesso del bar all’angolo, a scuotere il capo bestemmiando contro (presumibilmente, ma nemmeno tanto) l’amministrazione comunale e l’uomo che la rappresenta. Tanto quelli troverebbero comunque altri lavori in corso da criticare. Loro ormai ci sono, le rotonde fanno bella mostra di sé davanti alla stazione. Chi giunge a Montesilvano e ha la sfortuna di imbattersi in esse, non può che pensare due cose: beati i montesilvanesi così ricchi che girano tutti in Suv come il loro sindaco, oppure che queste rotonde siano l’emblema della stupidità di chi li governa. Perché serve come minimo un fuoristrada per impegnare le rotonde in sicurezza, garantendosi una discreta visibilità. Per vedere ed essere visti. Poi si avrà difficoltà a sterzare, vista la lunghezza del veicolo in rapporto all’esiguo spazio disponibile, ma quante ne vogliono stì automobilisti… La muraglia che delimita la più grande, cela impeccabilmente ogni ostacolo sopraggiungente, dalla bici alla station wagon. Di autobus e camion rivela solo il tetto, dandone un’immagine molto suggestiva. La potenziale pericolosità di queste tonnellate di cemento è un aspetto secondario. Prima dell’incolumità, Montesilvano tutela soprattutto la libertà degli utenti della strada, lasciandoli liberi infatti di spiaccicarsi contro la parete con auto e motorini, le cui scivolate provocherebbero solo lievi tamponamenti. Forse sono io a non capire: probabilmente quelle cinta medievali hanno funzione intimidatoria, di prevenzione, come direbbero lor signori. Invitano a rallentare in lontananza. Se vai a sbatterci, ben ti sta. Ora manca solo del filo spinato, qualche spuntone arrugginito sull’orlo e una distesa di cactus messicani come ripieno, ma i lavori procedono alacremente. Intanto, in via Vestina non si sta con le mani in mano: si ridà un tocco di glamour alle strisce pedonali, con un bel fondo rosso che le metta in risalto. Bellissime, ma… provate a frenarci sopra sul bagnato con la moto! Le troverete a dir poco scivolose. Altro che la classica, cinematografica, buccia di banana. Proprio il modo giusto per renderle più sicure. Certo, i comuni godono di ampia discrezionalità in materia, ma chiunque almeno fuori dal palazzo di città comprende che riempire di vernice liscia una così ampia zona di asfalto è da criminali. Sono anni che le riviste specializzate, Quattroruote in testa, ribadiscono il pericolo concreto che l’impiego stradale di queste tinte costituisce. Benché sia nient’altro che una moda partita dal nord Italia, non significa che sia una scelta saggia di per sé. Ma le società produttrici convincono le giunte comunali a realizzare queste sgargianti pitture per terra, e l’estetica viene prima di tutto, no? Prima del buon senso che consiglierebbe di investire sulla sicurezza, e non aumentare le probabilità che i pedoni siano investiti.

Dario Franceschini

“SCELGO FRANCESCHINI, SCELGO IL FUTURO.

All’inizio pensavo che il PD avesse bisogno di una nuova personalità, di un leader rinnovato, uno capace di donarci quella parola sola che il centrodestra ha da anni. Lo pensavo e lo penso ancora oggi a dire la verità. Appena mi mi guardo intorno nelle nostre 4 mura però non vedo nessun Barack Obama, nessuno capace di accollarsi il “peso democratico” e non per colpa di una mancanza di leadership ma per una naturale evoluzione fisiologica del centro sinistra italiano e a causa dell’identità stessa di un partito aperto ed eterogeneo.
Il PD non è ancora quella nuova forza riformista di cui parlava Walter Veltroni.
La forzatura iniziale al momento della nascita del partito sta evolvendosi in qualcosa di bello e questo congresso costituisce uno dei momenti di crescita di un bambino che sta maturando e si sta formando.

La domanda che corre in testa a molti di noi in queste settimane è il dubbio tra Franceschini, Bersani e Marino, portatori di personalità e pensieri diversi.
In merito a Marino la chiudo subito, magari in modo fin troppo cinico e veloce. Penso che Marino sia l’uomo sbagliato, nel posto sbagliato e al momento sbagliato. Lo dico perchè non mi convincono i temi che porta all’attenzione dell’elettorato e del PD stesso, temi di certo interessanti e di profondo senso che non risultano prioritari in un momento cruciale per la storia e per l’economia mondiale che ha riflessi diretti sul contesto italiano. Chiusa veloce, come promesso.

Come dicevo poco prima né Bersani né Franceschini hanno potere sufficiente per addolcire e mettere d’accordo due filoni storici, due culture e filofosofie interne differenti all’interno del partito che vivono (ahinoi) di luce propria e che le leadership se le mangiano e le distruggono se necessario.

Basta guardare all’altro ieri, a quel Romano Prodi che più e più volte ci ha dimostrato che il centrosinistra era vivo, quello stesso Prodi che il giorno dell’epilogo dell’Ulivo guardava in Parlamento i suoi traditori, il suo Ulivo avvelenato dai mercenari, da gente senza identità, da personaggi biechi e utilitaristi.

L’errore non può essere commesso una seconda volta e un leader pieno di personalità e carisma come Bersani non basta. Non basta innanzitutto far entrare a braccia aperte nel PD la sinistra estrema e l’UDC, i primi ingestibili, i secondi che costituiscono “il nulla col niente intorno”, il cui unico interesse è quello di rimettersi in sella seguendo lo spirare dei venti.
Altra questione è quella relativa a Di Pietro e l’IDV, i cui numeri e i cui margini di miglioramento devono per forza portarci a un ragionamento condiviso, invitarci a riflettere sui perchè di tanto consenso, a 360°.

E’ tempo di prendere una strada chiara e forte ma è il momento di ragionare per correnti e di capire che un leader lascia il tempo che trova se non ha supporto e se non si circonda di una squadra vincente.

Sceglierò Franceschini dimenticandomi della leadership ma pensando al suo team e alla squadra che si porta dietro perchè ora come ora questo PD non è capace e pronto per farsi guidare in maniera unitaria, forse non ci riuscirà mai per una questione di DNA.
La nostra natura la dobbiamo comprendere e sulla base di questa scegliere e andare avanti, educando una corrente di pensiero con l’altra, crescendo insieme e prendendo forma.

Scelgo Franceschini perchè credo in tanta della gente che “si è messa in fila” nel suo team, da Debora Serracchiani a Mario Adinolfi, scelgo Franceschini perchè mostra l’intento chiaro di valorizzare e far crescere i giovani.
Scelgo Franceschini pensando al fatto che mollo un ottimo Bersani, un riformista vero di cui ho pieno rispetto e stima, una grande personalità che ahimè si trova in uno stagnetto piccolo, attempato e un po’ sporco, con in testa l’idea di ripercorrere i vecchi errori dell’Ulivo che fu.
Scelgo Franceschini perchè non guardo all’oggi ma al domani, a quel che sarà.”

articolo congresso

Pierluigi Lido 10 settembre alle ore 12.32
SCELGO FRANCESCHINI, SCELGO IL FUTURO.

All’inizio pensavo che il PD avesse bisogno di una nuova personalità, di un leader rinnovato, uno capace di donarci quella parola sola che il centrodestra ha da anni. Lo pensavo e lo penso ancora oggi a dire la verità. Appena mi mi guardo intorno nelle nostre 4 mura però non vedo nessun Barack Obama, nessuno capace di accollarsi il “peso democratico” e non per colpa di una mancanza di leadership ma per una naturale evoluzione fisiologica del centro sinistra italiano e a causa dell’identità stessa di un partito aperto ed eterogeneo.
Il PD non è ancora quella nuova forza riformista di cui parlava Walter Veltroni.
La forzatura iniziale al momento della nascita del partito sta evolvendosi in qualcosa di bello e questo congresso costituisce uno dei momenti di crescita di un bambino che sta maturando e si sta formando.

La domanda che corre in testa a molti di noi in queste settimane è il dubbio tra Franceschini, Bersani e Marino, portatori di personalità e pensieri diversi.
In merito a Marino la chiudo subito, magari in modo fin troppo cinico e veloce. Penso che Marino sia l’uomo sbagliato, nel posto sbagliato e al momento sbagliato. Lo dico perchè non mi convincono i temi che porta all’attenzione dell’elettorato e del PD stesso, temi di certo interessanti e di profondo senso che non risultano prioritari in un momento cruciale per la storia e per l’economia mondiale che ha riflessi diretti sul contesto italiano. Chiusa veloce, come promesso.

Come dicevo poco prima né Bersani né Franceschini hanno potere sufficiente per addolcire e mettere d’accordo due filoni storici, due culture e filofosofie interne differenti all’interno del partito che vivono (ahinoi) di luce propria e che le leadership se le mangiano e le distruggono se necessario.

Basta guardare all’altro ieri, a quel Romano Prodi che più e più volte ci ha dimostrato che il centrosinistra era vivo, quello stesso Prodi che il giorno dell’epilogo dell’Ulivo guardava in Parlamento i suoi traditori, il suo Ulivo avvelenato dai mercenari, da gente senza identità, da personaggi biechi e utilitaristi.

L’errore non può essere commesso una seconda volta e un leader pieno di personalità e carisma come Bersani non basta. Non basta innanzitutto far entrare a braccia aperte nel PD la sinistra estrema e l’UDC, i primi ingestibili, i secondi che costituiscono “il nulla col niente intorno”, il cui unico interesse è quello di rimettersi in sella seguendo lo spirare dei venti.
Altra questione è quella relativa a Di Pietro e l’IDV, i cui numeri e i cui margini di miglioramento devono per forza portarci a un ragionamento condiviso, invitarci a riflettere sui perchè di tanto consenso, a 360°.

E’ tempo di prendere una strada chiara e forte ma è il momento di ragionare per correnti e di capire che un leader lascia il tempo che trova se non ha supporto e se non si circonda di una squadra vincente.

Sceglierò Franceschini dimenticandomi della leadership ma pensando al suo team e alla squadra che si porta dietro perchè ora come ora questo PD non è capace e pronto per farsi guidare in maniera unitaria, forse non ci riuscirà mai per una questione di DNA.
La nostra natura la dobbiamo comprendere e sulla base di questa scegliere e andare avanti, educando una corrente di pensiero con l’altra, crescendo insieme e prendendo forma.

Scelgo Franceschini perchè credo in tanta della gente che “si è messa in fila” nel suo team, da Debora Serracchiani a Mario Adinolfi, scelgo Franceschini perchè mostra l’intento chiaro di valorizzare e far crescere i giovani.
Scelgo Franceschini pensando al fatto che mollo un ottimo Bersani, un riformista vero di cui ho pieno rispetto e stima, una grande personalità che ahimè si trova in uno stagnetto piccolo, attempato e un po’ sporco, con in testa l’idea di ripercorrere i vecchi errori dell’Ulivo che fu.
Scelgo Franceschini perchè non guardo all’oggi ma al domani, a quel che sarà.

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Ebbene si, il giusto titolo per questo articolo è ”Montesilvano: indietro tutta!”. Sostengo ciò perché circa due anni e qualche mese fa la nostra città ha portato al governo una nuova giunta,la quale prometteva e pubblicizzava una grande svolta e un grande e radicale cambiamento di marcia in tutti i livelli amministrativi.
Devo riconoscere con grande lealtà che questo cambiamento di marcia effettivamente c’è stato,infatti la città,può essere paragonata ad una nave il cui capitano ha dato l’ordine d’indietreggiare.
Il problema che voglio portare alla luce è quello della rimozione dei dossi stradali dalle vie parallele a viale Europa,cioè via Leopardi e via Dante; uno dei primi atti della nuova giunta insediatasi a palazzo di città nel maggio 2007.
Io cittadino mi chiedo: perché è avvenuta questa rimozione dall’oggi al domani? Quando alcuni cittadini tra il 2003 e il 2004 si sono dovuti organizzare effettuando una raccolta di firme e dopo una lunga lotta con la passata amministrazione sono riusciti nell’intento di far installare i dossi.
Questa richiesta venuta dal basso da persone che vivono la città tutti i giorni, passeggiando e vivendo nelle zone limitrofe dove è avvenuta la rimozione , è stata fatta per far si che la auto moderassero la loro velocità all’interno del centro abitato al fine di evitare incidenti in particolare all’incrocio tra via Leopardi e via Alfieri.

Dalla rimozione di questi dossi le auto sono tornate a sfrecciare ad alta velocità ,ma il problema più grande è quello degli incidenti stradali i quali avvengono quasi quotidianamente, creando disagio alle case circostanti e fatto ancor più grave è che negli incidenti ,in particolare nel periodo estivo ,sono coinvolti ciclomotori i conducenti dei quali per un banale dosso tolto si ritrovano ad avere conseguenze gravi per la propria salute.
Ora da cittadino democratico o non mi interrogo, sul perché siano stati tolti questi dossi, ma non trovo risposte.
A volte basterebbe solo un po’ di buon senso nell’amministrare la cosa pubblica, non è detto che tutto ciò che sia stato fatto dalle precedenti amministrazioni debba essere distrutto o rimosso, e questo vale ancora di più quando dei cittadini si sono spesi per migliorare la vivibilità della propia città.
Montesilvano sarà una città vivibile davvero? A questo rispondete voi……
mapdata

Si avvicina il Congresso del Partito Democratico. Congresso che, come saprete, è diviso in due fasi. Nella prima saranno chiamati ad esprimersi solo gli iscritti al partito, nella seconda e decisiva fase saranno chiamati alle urne delle Primarie tutti i cittadini che vorranno dire la propria sulla politica del Pd. Anche noi Giovani Democratici pensiamo, discutiamo su quale mozione e quale leader siano migliori per il partito a cui facciamo riferimento. Ognuno di noi sta prendendo la propria decisione e pubblicheremo qui una serie di post personali con cui si spiegano i motivi per cui si sceglierà un candidato piuttosto che un altro.

Cominciamo oggi con il primo post scritto da chi ha scelto Pierluigi Bersani.

Bersani_2

“Alternativa non c’è.

L’autunno è alle porte, e con esso l’atteso Congresso del Partito Democratico. Tre i candidati che ad ottobre si contenderanno la corsa alle primarie, zero le prospettive per un pieno rinnovamento. Forse è proprio l’inflazionato termine “rinnovamento” all’origine di ogni lacerazione nel partito, una necessità per tutti ma un significato diverso per ognuno. Per molti il rinnovamento è solo una questione anagrafica, poveri illusi. Questi pensano che per risollevare le sorti di un grande partito basti far emergere (ma neanche troppo, quindi diciamo pure sfruttare) qualche trentenne che si sia particolarmente distinto non per specifici meriti, ma per la sua capacità (?) di parlare ai coetanei senza far uso del politichese perché ancora inesperto, per i voti sottratti all’avversario di turno, per qualche fortunata pubblica sfuriata o magari per la loro simpatia e telegenicità. Altri attendono con fervore il cambiamento dal mantenimento dello status quo: non reputando sufficienti otto mesi per distruggere un partito, credono che si possa con un po’ di impegno e dedizione scendere sotto il 26% delle ultime elezioni europee. Insomma, se vi riconoscete in queste idee, se del PD auspicate l’imminente estinzione, scegliete Franceschini. Scegliete pure un non-leader, uno che avrà le sue idee ma-anche una paura colossale di esprimerle poiché privo di capacità di sintesi come di autorevolezza. Certo non è facile oggi guadagnare consensi a sinistra senza cadere nel più gretto populismo grillino-dipietresco, ma questo cerchiobottismo democristiano non si è rivelato molto vantaggioso: dopo Veltroni, il baratro. Degno di stima è sicuramente il dottor Ignazio Marino, ma diciamolo francamente, chi scommetterebbe su di lui alle primarie? Fatico non poco a pensare ad un’Italia in cui la casalinga paghi i biscotti o riscuota la pensione in testamenti biologici e altre belle questioni sicuramente appassionanti ma non prioritarie. Veniamo ai grandi vecchi, rappresentati stavolta da Bersani, che non ha bisogno di presentazioni dato il suo invidiabile curriculum. Ai ragazzi è noto per i recenti decreti che portano il suo nome (1999, sul mercato dell’energia elettrica e 2007, misure di tutela dei consumatori, le innumerevoli “liberalizzazioni”, lo snellimento delle pratiche burocratiche e la lotta all’evasione fiscale attraverso alcune procedure obbligatorie nei pagamenti), oltre ad essere stato due volte un apprezzato Ministro nel Governo Prodi: questi sono fatti. Al ma-anchismo imperante preferisco chi dice pane al pane, chi non si vergogna di essere “di sinistra”. I finti giovani come Rutelli e Fassino, capitanati da Franceschini (di 3 anni più fresco, che abisso) sono riusciti a farmi rimpiangere certi protagonisti della prima Repubblica. Meglio un cervello giovane in un corpo vecchio. Quindi mi prendo volentieri l’appellativo di nostalgico, dalemiano, vecchio partitocratico eccetera. Alternativa non c’è.” D.D.C.

Spesso l’opposizione viene accusata di criticare e non avere proposte. Noi siamo diversi e di proposta ne abbiamo una: riguarda la comunicazione istituzionale. Quello slogan “città davvero” non ci sembra molto adatto a Montesilvano e per questo ne abbiamo pensato uno nuovo, adatto alle caratteristiche acquisite da Montesilvano in questi ultimi anni:

Noautonoparty

Che ne dite, carino no?

“No auto, no party” è il motto ideale per una città dove esser pedone è da eroi, dove la manutenzione stradale  è scadente, dove si susseguono gli incidenti, dove si minaccia la chiusura di una pista ciclabile per poi accorgersi che qualche progetto buono lo si è ricevuto in eredità.

Aggiornamento:

Tanto per non farsi mancare nulla, da qualche giorno nella città no-auto-no-party è cominciata la riduzione dei marciapiedi per far spazio alle oscene rotonde di cui i cittadini già si lamentano:

marciapiedesfondato

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