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Si avvicina il Congresso del Partito Democratico. Congresso che, come saprete, è diviso in due fasi. Nella prima saranno chiamati ad esprimersi solo gli iscritti al partito, nella seconda e decisiva fase saranno chiamati alle urne delle Primarie tutti i cittadini che vorranno dire la propria sulla politica del Pd. Anche noi Giovani Democratici pensiamo, discutiamo su quale mozione e quale leader siano migliori per il partito a cui facciamo riferimento. Ognuno di noi sta prendendo la propria decisione e pubblicheremo qui una serie di post personali con cui si spiegano i motivi per cui si sceglierà un candidato piuttosto che un altro.

Cominciamo oggi con il primo post scritto da chi ha scelto Pierluigi Bersani.

Bersani_2

“Alternativa non c’è.

L’autunno è alle porte, e con esso l’atteso Congresso del Partito Democratico. Tre i candidati che ad ottobre si contenderanno la corsa alle primarie, zero le prospettive per un pieno rinnovamento. Forse è proprio l’inflazionato termine “rinnovamento” all’origine di ogni lacerazione nel partito, una necessità per tutti ma un significato diverso per ognuno. Per molti il rinnovamento è solo una questione anagrafica, poveri illusi. Questi pensano che per risollevare le sorti di un grande partito basti far emergere (ma neanche troppo, quindi diciamo pure sfruttare) qualche trentenne che si sia particolarmente distinto non per specifici meriti, ma per la sua capacità (?) di parlare ai coetanei senza far uso del politichese perché ancora inesperto, per i voti sottratti all’avversario di turno, per qualche fortunata pubblica sfuriata o magari per la loro simpatia e telegenicità. Altri attendono con fervore il cambiamento dal mantenimento dello status quo: non reputando sufficienti otto mesi per distruggere un partito, credono che si possa con un po’ di impegno e dedizione scendere sotto il 26% delle ultime elezioni europee. Insomma, se vi riconoscete in queste idee, se del PD auspicate l’imminente estinzione, scegliete Franceschini. Scegliete pure un non-leader, uno che avrà le sue idee ma-anche una paura colossale di esprimerle poiché privo di capacità di sintesi come di autorevolezza. Certo non è facile oggi guadagnare consensi a sinistra senza cadere nel più gretto populismo grillino-dipietresco, ma questo cerchiobottismo democristiano non si è rivelato molto vantaggioso: dopo Veltroni, il baratro. Degno di stima è sicuramente il dottor Ignazio Marino, ma diciamolo francamente, chi scommetterebbe su di lui alle primarie? Fatico non poco a pensare ad un’Italia in cui la casalinga paghi i biscotti o riscuota la pensione in testamenti biologici e altre belle questioni sicuramente appassionanti ma non prioritarie. Veniamo ai grandi vecchi, rappresentati stavolta da Bersani, che non ha bisogno di presentazioni dato il suo invidiabile curriculum. Ai ragazzi è noto per i recenti decreti che portano il suo nome (1999, sul mercato dell’energia elettrica e 2007, misure di tutela dei consumatori, le innumerevoli “liberalizzazioni”, lo snellimento delle pratiche burocratiche e la lotta all’evasione fiscale attraverso alcune procedure obbligatorie nei pagamenti), oltre ad essere stato due volte un apprezzato Ministro nel Governo Prodi: questi sono fatti. Al ma-anchismo imperante preferisco chi dice pane al pane, chi non si vergogna di essere “di sinistra”. I finti giovani come Rutelli e Fassino, capitanati da Franceschini (di 3 anni più fresco, che abisso) sono riusciti a farmi rimpiangere certi protagonisti della prima Repubblica. Meglio un cervello giovane in un corpo vecchio. Quindi mi prendo volentieri l’appellativo di nostalgico, dalemiano, vecchio partitocratico eccetera. Alternativa non c’è.” D.D.C.

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